All'utente che si accosta a questa nostra fatica potrà essere utile conoscere i principi che la ispirano.

Il nostro intento è quello di creare uno strumento utile non tanto all'esperto della materia, a cui non riteniamo di poter insegnare alcunche, ma a colui che si accosta all'araldica da curioso. Costui spesso finisce vittima di iniziative truffaldine o comunque ingannevoli; ma proprio costui rappresenta - a nostro umile avviso -, il futuro dell'araldica stessa. Questa secolare disciplina, scienza e arte, vive infatti oggi un immeritato declino; l'immaginario comune la identifica come un reperto archeologico del passato cui si dedicano o oziosi studiosi, o nostalgici aristocratici, o -nella migliore delle ipotesi- qualche esclusivo circolo alto borghese.

Convinti invece dell'attualità di questa nostra tradizione storica, e auspicando una sua maggiore diffusione presso il vasto pubblico, è a questo che cerchiamo di fornire qualche supporto per iniziare un meraviglioso viaggio nel mondo dell'araldica.

Di conseguenza il ruolo che ci proponiamo è quello di umili raccoglitori di documenti e materiali da riproporre in maniera organizzata e facilmente accessibile per chiunque nutra un minimo di interesse per la disciplina.

Coerentemente con ciò non intendiamo inventare nulla, ma nelle diverse scelte che ci si sono poste o ci si porranno, cercheremo sempre e comunque di rifarci ai lavori dei dotti araldisti che ci hanno preceduto nel tempo e che certamente sono risultati più preparati di noi. Rispetto ad essi, solo utilizzeremo strumenti tecnologici un tempo non disponibili, che oggi ci consentono di realizzare soluzioni prima impensabili.

Entrando nel merito dell'opera, la difficoltà maggiore, come ogni araldista sa, è rappresentata dalla conflittualità delle fonti, che fornisconi versioni differenti della medesima arma.

In questi casi, ispirandoci ai criteri adottati dall'estensore dell'Elenco Storico della Nobiltà Italiana edito dal Sovrano Ordine Gerosolomitano di Malta, sono stati adottati i seguenti 5 criteri di riferimento:

  1. di norma la blasonatura è stata considerata più attendibile della riproduzione dello stemma

  2. dove presenti le lettere patenti e/o i decreti di concessione di un'arma, sono stati ritenuti fonti superiori ad ogni altra

  3. dove presenti i decreti di riconoscimento o di conferma di un'arma sono stati ritenuti secondi solo alle lettere patenti o ai decreti di concessione

  4. le altre fonti storiche (stemmari, blasonari, effigi su manufatti vari) sono considerate subalterne ai documenti precedentemente esposti; ciò nonostante esse possono essere state valutate come prevalenti quando testimoniano in maniera inequivocabile l'erroneità dei predetti documenti (in tal caso si considerano aspetti come il loro numero, la loro ufficialità, la loro autorevolezza,....)

  5. in caso di assenza di decreti dell'autorità governativa e contestuale conflitto tra le fonti storiche, si è adottata l'arma suffragata da una netta maggiorenza di fonti storiche; qualora non si palesi tale maggioranza si accettano tutte le versioni documentate con modalità e numero similare fra loro.

Doveroso però invocare anticipatamente la clemenza del gentile utente, verso tutte le mancanze che dovesse riscontrare nel nostro lavoro, reso "insidioso ed infido" dalla vastità della materia, dalla quantità di materiale, dal suo stato spesso deprecabile, dall'arco di tempo interessato, dall'ampiezza del territorio toccato, dalla disomogeneità e dalla contradditorietà delle fonti, dell'articolazione giuridica di riferimento, e soprattutto dalla fallibilità insita nell'agire umano.

Si tenga inoltre conto che le medesime motivazioni che rendono difficoltoso il nostro lavoro, fanno sì che Stemmario Italiano sia un'opera in divenire, non conclusa dunque, e probabilmente mai concludibile, ma al contrario oggetto di continuo e costante accrescimento e perfezionamento.